mercoledì 7 dicembre 2022

La Montagna dell'informazione - Sondrio, la città del buon vivere


 

                      


Lago Palù (Valmalenco - Sondrio)

Incastonata nel cuore delle Alpi, al centro della Valtellina, Sondrio è una deliziosa cittadina, famosa per la qualità della vita. E’ splendida, sia per il panorama alpino, sia per il centro, perfettamente conservato con i suoi fabbricati antichi.

In particolare percorrendo il quartiere di Scarpatetti, con le sue case medievali in pietraviva con i ballatoi in legno, si ha l’impressione di vivere in un altro tempo.

Quartiere Scarpatetti (Sondrio)

Ma anche uscendo dalla città si incontrano veri monumenti all’industriosità dei Sondriesi: i terrazzamenti su cui, grazie ad un lavoro che è stato giustamente definito “agricoltura eroica”, nascono meli e soprattutto le uve da cui deriveranno i deliziosi vini, orgoglio del territorio: Sforzato, Valtellina Superiore e Rosso di Valtellina.

Ma non distraiamoci e continuiamo la visita alla città. Il centro storico offre una perfetta armonia tra palazzi storici, suggestivi scorci e botteghe ricche di prodotti tipici. In particolare ammiriamo “Via dei Palazzi”, sul percorso dell’antica Valeriana. Qui è un susseguirsi di antiche case nobiliari con portali barocchi, balconcini in ferro battuto ed androni a volta. Proseguendo fino a giungere a Piazza Quadrivio si incontrano Casa Carbonera (attuale oratorio dell’Angelo Custode), elegante costruzione del XVI secolo che custodisce una splendida scala elicoidale settecentesca.

Qui c’era anche una delle più belle “stue”, risalente al XVI secolo, in legno di cirmolo, ora nella vicina Villa Quadrio.

La stüa rappresentava il cuore della casa tradizionale, tanto di quella povera come di quella nobiliare; era una stanza in cui troneggiava una stufa, generalmente in maiolica
interamente rivestita in legno.


                                                               

                                                                Paolo Sala



Mentre ammiro tutte queste bellezze, incorniciate da panorami splendidi è giunta l’ora di pranzo: mi guardo intorno e vedo un’insegna attraente:”Il Saraceno”.

Capisco subito che allude al Grano Saraceno, protagonista assoluto della gastronomia valtellinese e mi precipito dentro. In effetti ci sono molte confezioni di questo prodotto, ma, accanto ad esse, moltissime offerte di miele, dolci, frutti di bosco, nonché una rassegna della produzione casearia del territorio, in cui naturalmente Bitto e Casera sono protagonisti. Ovviamente non poteva mancare anche una ricca mostra di vini accuratamente selezionati, tra cui Sforzato e Valtellina Superiore (in tutte 5 le sue sottozone) facevano ottima figura ed invitavano all’assaggio.

Mentre ero intento a questa difficile scelta mi ha avvicinato un Signore, che poi ho scoperto trattarsi di Paolo Sala, (titolare del Saraceno, oltre che dell’Azienda Sala Cereali), che si è gentilmente offerto di farmi conoscere la Valtellina ed i suoi tesori enogastronomici.

Non potevo ignorare un’offerta così invitante!

Così è iniziato un excursus…molto gustoso, di cui vi parlerò nei prossimi articoli, dopo un adeguata sosta digestiva. Prosit!

                                          Gianluigi Pagano


mercoledì 23 novembre 2022

A Crocetta del Montello, all'Osteria Al Canton, da Sara e Fabio

 



Sara e Fabio, all'Osteria Al Canton di Crocetta del Montello non cessano mai di stupirci.

La scelta (saggia e accorta) dei vini è senza dubbio di alto profilo qualitativo.

Non lo diciamo per piaggeria, ma per esperienza.

Tanto per fare un esempio, l'ultima sosta gustosa, ci ha fatto incontrare il timorasso dell'azienda agricola La Colombera dei Colli Tortonesi.

Elisa Semino conduce la Colombera insieme al padre e al fratello. Il loro impegno, la dedizione nella cura del terreno e delle vigne, la filiera impostata nel rispetto del territorio e un meticoloso lavoro in cantina portano La Colombera ad essere una delle aziende più amate per il Timorasso, la leggenda dei Colli Tortonesi.Il Timorasso è un vitigno autoctono a bacca Bianca coltivato nel comprensorio del Tortonese sin dal Medioevo. Già citato dalla prima enciclopedia agraria del XIV secolo, nel corso dei secoli conferma le proprie attitudini e diventa il più importante vitigno bianco piemontese. Dopo la Seconda Guerra Mondiale si abbandona mano a mano la sua produzione, preferito a uve più resistenti e vigorose.


Già questa scelta, ci racconta la passione e la competenza dei nostri due personaggi.


Persino nel settore dei prosecchi ci propongono etichette mai banali.

Provate il vino col fondo della Famiglia Bottarel di Colbertado di Vidor.....

Per questi buoni motivi l'Osteria è diventata una delle mete preferite dei vagaboindi del gusto.


giovedì 15 settembre 2022

BOTTEGHE DEL GUSTO: DA FRANCESCA, PRODOTTI TIPICI DI MATERA A MILANO

 





L’Italia del Gusto ha fatto tappa nella piccola e organizzatissima bottega di sapori lucani in zona Casoretto a Milano

 

Milano, 14 Settembre 2022- L’Italia del Gusto ha ripreso la sua fitta attività di ricerca e valorizzazione di sapori tipici regionali, sia in ristoranti che in botteghe specializzate. Questa volta parliamo di sapori lucani al 100% , che si possono trovare a Milano, in zona Casoretto, nella piccola e organizzatissima bottega del gusto da Francesca, una signora molto appassionata e preparata, che dopo aver gestito per 15 anni un altro locale con caffetteria in zona Leoncavallo ha aperto il 6 marzo 2020 (prima del periodo buio di chiusure e restrizioni per combattere la pandemia) questo nuovo negozio.

La signora Francesca, dopo anni di ferie trascorse in Basilicata a Pisticci (Matera) dove ha conosciuto e compreso la notevola fattura delle varie eccellenze enogastronomiche lucane, si è accorta della mancanza di negozi a Milanoche proponessero tali eccellenze al consumatore, decidendo così di dedicarsi appieno a questa nuova avventura.

Ora il negozio da Francesca è un punto di riferimento per il gusto lucano, visto che arrivano ogni giorno clienti anche da fuori Milano, oltreché a chef e ristoratori anche piuttosto famosi: importante è stato il servizio di delivery svolto durante il lockdown, che ha fatto conoscere la bottega.

Parlando di prodotti tipici, la gamma è davvero diversificata, a partire da sua maestà il Peperone crusco, una gemma autentica gustabile sia a crudo che cotto in forno.

Ma non si possono scordare neppure salumi tipici come la sopressata e il salame pezzente o formaggi deliziosi quali il pecorino e il canestrano, ed anche i gustosi prodotti sott’olio come i funghi cardoncelli, i lampascioni e i pomodori secchi e le fantastiche passate di pomodoro artigianale.

Molto interessante è anche l’offerta di legumi, che comprende il fagiolo poverello, la crapiata, i ceci neri, le cicerchie, le fave e le cicorie e quella di dolci e panificati, dove spiccano il Tarallo Nasprato, i Calzoncelli e i Mostaccioli. E poi la gamma di taralli: si possono trovare alle cipolle, al finocchietto, al peperoncino classico, al grano arso, alla curcuma e all’aglio olio e peperoncino.

Per quanto riguarda il pane invece, va segnalato che arriva una volta alla settimana da Matera nel formato da mezzo chilo, pane di alta qualità che presenta sempre lo stesso impasto di lievito madre e cotto a legna.

Da Francesca si possono trovare naturalmente anche vini, birre artigianali e un’interessante serie di liquori ed amari come la crema di castagno, all’alloro, al sambuco, alle erbe, la crema di Limoncello, quella alla arance e poi il fragolino e il prugnolo.

Insomma, nella bottega da Francesca si possono trovare tipicità lucane al 100%, pronte per essere esaltate nella tavole di casa e al ristorante oltreché meritevoli di venire valorizzate alla grande.

Così va bene!

 

venerdì 8 luglio 2022

La Via dei Norcini : la Puglia del Salumificio Cervellera e il Veneto del Salumificio Spader, nella pancetta arrotolata

 


 




La Via dei Norcini è lo speciale itinerario che Borghi d'Europa realizza per raccontare

le storie dei maestri salumai, dalla Croazia alla Calabria.


“In questo viaggio del gusto – commenta Renzo Lupatin. Presidente dell'Associazione-,ci ha sempre accompagnato Emanuele Spader, nume tutelare del Salumificio Spader di Mosnigo (Treviso), che ci ha raccontato la storia e le caratteristiche delle eccellenze degli altri Paesi

europei”.


Così, in Puglia, la scelta è stata quella di dar voce al capocollo di Martina Franca, segnatamente

ai prodotti del Salumificio Cervellera.

La degustazione ha proposto la pancetta arrotolata.

“Per tutti i nostri prodotti- commenta Giuseppe Cervellera-, sia per i salumi che per le carni utilizziamo solo animali che vivono allo stato brado nella bassa Murgia Pugliese. I nostri prodotti sono lavorati con metodo artigianale. La parte utilizzata è la pancetta di maiale o cinghiale privata dalle costine.


Metodo Di Preparazione


I° Fase: Salatura

La pancetta viene disossata e salata con l’aggiunta di pepe e aromi naturali per circa 8 giorni. Successivamente viene lavata con vin cotto*; dopo esser stata asciugata, viene ancora speziata con aromi naturali (pepe, peperoncino e aromi di bosco).


2° fase: Affumicatura

Il prodotto viene affumicato per almeno un giorno con fragno (albero di quercia che si trova solo nel Bosco Pianelle di Martina Franca), timo e rosmarino.


3° Fase: Stagionatura

La pancetta viene fatta stagionare all’interno di un trullo per almeno 80 giorni.


*Vin cotto: vino ottenuto con la fermentazione del mosto con l’aggiunta di mosto cotto ridotto a 1/10.




La pancetta arrotolata si ricava dalla zona ventrale del maiale, lavorato artigianalmente. Si presenta inconfondibilmente con strati alternati di parti grasse e magre, più o meno sottili. A seconda del tipo di pancetta che si vuole ottenere, si ottengono pezzi diversi. Se si vuole una pancetta da arrotolare, si ricava un pezzo intero dal quale si eliminano le costole.

La pancetta arrotolata viene arrotolata insieme a sale e altre spezie e fatta stagionare più a lungo. Alla fine della stagionatura viene consumata come se fosse un salume, tagliandola a fette sottili. La salatura è la fase principale, nel quale si ricopre la carne con abbondante sale grosso in modo da non lasciare scoperti neanche i lati. Il contatto con il sale dura da un minimo di 7 giorni a un massimo di 10 giorni. Durante questa fase la carne assorbe la quantità di sale che le permetterà di conservarsi nel tempo.

Si può lavare la carne con del vin cotto e la si lascia asciugare per una mezza giornata. Quindi si cospargono le superfici con spezie varie: pepe macinato, peperoncino, semi di finocchio. Le spezie aderiscono alla carne e non si staccano perchè sono fortemente strette al centro del prodotto.


Come abbinarlo: A tavola con pane bruschettato caldo e delle fette di pancetta arrotolata con un pizzico di pepe.

Al naso presenta noti dolci e pulite della concia e soprattutto sensori di legno e fumo, intensi ma non invasivi. Sensazioni che tornano in bocca e si uniscono a buon pepe, a carne stagionata e a una sapidità equilibrata. La struttura è tenace ma succosa e scioglievole.”



Emanuele Spader ha proposto la sua pancetta arrotolata.


“La pancetta è un salume che si ottiene dall'addome del maiale e che viene conciato con sale, pepe e altre spezie e poi stagionato per un tempo variabile.La pancetta può essere venduta tesa oppure arrotolata. Nel primo caso viene preparata distesa e poi venduta in pezzi rettangolari, nel secondo caso, invece, viene arrotolata su se stessa e stagionata per più tempo (20 giorni per la pancetta tesa contro gli almeno 80 giorni della pancetta arrotolata).La pancetta arrotolata viene consumata a fette sottili, cruda nei taglieri di salumi accompagnata da pane, piadina, focaccia, tigelle o altri prodotti da forno.Raramente viene cotta (arrosto ad esempio) oppure usata per cucinare per dare più sapore ai soffritti, alle zuppe o per avvolgere carni delicate come il pollo o il coniglio o gamberi e mazzancolle.”




La pancetta arrotolata viene preparata prendendo la pancetta del maiale senza privarla della cotenna, quindi salandola con sale medio (nè fino nè grosso) sia sopra che sotto e lasciandola ad insaporire sotto un peso per alcuni giorni (7-10 giorni).


Successivamente viene lavata con del vino bianco, ripulita dal sale e privata della cotenna e del grasso in eccesso.


La pancetta viene quindi distesa, cosparsa di erbe aromatiche e spezie decise in base ai gusti del produttore (pepe nero, aglio, finocchio, paprika, rosmarino, etc...) e arrotolata su se stessa dalla parte più lunga.


Una volta formata viene inserita in un budello, fissata con dello spago di circa 2 mm e avvolta da una rete per salumi per proteggerla durante la stagionatura che avviene in un luogo con temperatura compresa tra 10-13°C e tasso di umidità del 70-75%.


La stagionatura dura alcuni mesi, a seconda della pezzatura, ma mai troppo altrimenti si rischia che il prodotto finale diventi troppo duro e troppo salato.





sabato 2 luglio 2022

La Via dei Norcini : la Puglia del Salumificio Cervellera e il Veneto del Salumificio Spader

 

La Via dei Norcini è lo speciale itinerario che Borghi d’Europa realizza per raccontarele storie dei maestri salumai, dalla Croazia alla Calabria.

“In questo viaggio del gusto – commenta Renzo Lupatin. Presidente dell’Associazione-,ci ha sempre accompagnato Emanuele Spader, nume tutelare del Salumificio Spader di Mosnigo 

(Treviso), che ci ha raccontato la storia e le caratteristiche delle eccellenze degli altri Paesi europei”.

Così, in Puglia, la scelta è stata quella di dar voce al capocollo di Martina Franca, segnatamente ai prodotti del Salumificio Cervellera.

“Conosciuto e apprezzato sin dal XVIII secolo in tutto il Regno di Napoli il capocollo è il salume più rappresentativo dell’antica arte norcina martinese. Prodotto artigianalmente con materie prime di qualità in un territorio fresco e ventilato, ricco di boschi di querce e profumata macchia mediterranea. Grazie al suo profumo intenso e il sapore delicato è uno dei salumi più apprezzati al mondo.Stagionatura: da 130 gg a 180 gg “

“Carne suina allo stato brado dei nostri boschi e allevamenti – raccointa Giuseppe Cervellera-. Il pezzo è la parte del collo superiore del maiale.

Come abbinarlo: Pane di Altamura con burrata di Andria e Capocollo

Alla vista è un Capocollo Intenso e fumè dalla fetta precisina di medio pezzatura, con grasso bianco e magro rosso scuro poco marezzato.Al naso esprime le noti dolci e pulite dalla concia e del vin cotto e soprattutto sentori di legno e fumo, intensi ma non invasivi. Sensazioni che tornano in bocca e si uniscono a buon pepe, carne stagionata e a una sapidità equilibrata. La struttura è tenace ma succosa e scioglievole. “

Nella degustazione che Borghi d’Europa ha dedicato all’incontro fra Puglia e Veneto, Emanuele Spader ha proposto un classico della propria produzione : il prosciutto cotto alla fiamma.

Il Prosciutto cotto alla fiamma del Salumificio Spader, è un prodotto aromatizzato con aromi ed erbe aromatiche, legato a mano e cotto arrosto, confezionato in sottovuoto.

“La sua peculiarità – ha osservato Renzo Lupatin, presidente di Borghi d’Europa-, risiede nel perfetto equilibrio tra sapore delicato del cotto e il profumo dolce e pulito delle spezie aromatiche e di grigliato. Il prosciutto cotto Fiamma è tenero e succoso, compatto e gradevole per tutti i palati.”

Il Prosciutto viene sottoposto ad una fase aggiuntiva, oltre a quelle di asciugamento e affumicatura con legno di faggio e ginepro, anche di bruciatura a fiamma della cotenna.

“Questo rende il prodotto estremamente nero e dona un caretteristico gusto e profumo di affumicato e di grigliato.”

domenica 19 giugno 2022

A Santa Rita (Padova) : dall'Antico Forno alla Via delle Buone Cose


 



Mi capita spesso di 'cliccare' sulla pagina facebook SANTA RITA-un quartiere da vivere ogni giorno, perchè mi suggerisce una idea concreta di comunità.

"Vogliamo raccontare Santa Rita, un rione centrale della città di Padova.

Abitare il quartiere per noi è sentirsi ospitati da uno spazio che ci accoglie, ci chiede cure, dove si possono incontrare gli altri e insieme creare comunità ".


Una Parrocchia della Diocesi di Padova assai vivace .La chiesa, conosciuta popolarmente anche come "Chiesa di Santa Rita" è storicamente un luogo di fede e raccoglimento

La chiesa è dedicata ai santi fratelli Canziano, Canzio, Canzianilla e a Proto, martiri di Aquileia (31 maggio 304). I lavori di ricostruzione ed ampliamento della chiesa primitiva, una delle più antiche della città, gravemente danneggiata dal disastroso terremoto del 1117 e dal terribile incendio del 1174, furono terminati nel 1617. Durante i lavori la zona presbiteriale fu trasferita da est a sud, ma il campaniletto romanico rimase inalterato.

Il restauro del 1955 ha messo in luce, sul fianco destro della attuale costruzione, parte della vecchia facciata con il rosone ed alcune finestrelle di un periodo che si ritiene successivo al 1117.

Il motivo dell'arco di trionfo romano, ripreso sulla facciata, è attribuito ad un architetto locale di cultura palladiana, Vincenzo Dotto o Giambattista della Sala. All'interno di nicchie poste tra gli intervalli delle semicolonne, due statue in pietra tenera, del padovano Antonio Bonazza (1698-1763), rappresentano la Purezza e l'Umiltà.

Posti sopra l'attico, troviamo le statue dei quattro Evangelisti e i due bassorilievi con episodi della vita di San Canziano, opere realizzate da Pietro Danieletti (1712-1779).




Così è del tutto piacevole realizzare una sosta gustosa all'Antico Forno, punto di incontro vitale

del rione. "Discendo da una famiglia di Mastri panificatori siciliani- ci racconta Giuseppe Bonaccorso-. Mi sono trasferito con la moglie padovana in città, ove importo il mio sapere sui lievitati. Ben presto mi sono appassionato alla pasticceria e nel 2002 inizia l’esperienza di successo dell’Antico Forno. «Siamo partiti in 4, ora abbiamo uno staff di 52 collaboratori, di cui 13 in produzione. Per primi abbiamo creduto nell’unione tra pane, pasticceria e caffè, e la crescita dell’attività ci conferma che la strada è quella giusta "


Un percorso di espansione continua, lungo il quale non possono mai mancare due cose: far sentire il cliente a casa e non scendere mai a compromessi sulla qualità della materia prima. «Una delle nostre carte vincenti è il servizio: offrire un sorriso è fondamentale per far tornare il cliente. L’altra sono gli ingredienti, che selezioniamo in prima persona, dalla vaniglia in bacche alle arance di Sorrento».


Ma uno dei punti forti de l'Antico Forno è il caffè.

«Il 60% del nostro fatturato proviene dal bar, perciò offrire un caffè a regola d’arte è d’obbligo. Con la torrefazione Diemme abbiamo ad esempio messo a punto una miscela adatta a essere servita al tavolo e non al banco, per rispettare le norme vigenti senza perdere in qualità».


Ed è proprio qui, a Santa Rita, che è nata l'idea di Borghi d'Europa di costruire la Via delle Buone Cose, un percorso di informazione dedicato alla leggendaria figura del giornalista enogastronomo Luigi Veronelli che , fra le altre, dedicava una guida con questo nome agli Indirizzi di Gola.

Il grande Luigi Veronelli avrebbe citato senza alcun dubbio nelle sue guide l'Antico Forno.



Renzo Lupatin

venerdì 13 maggio 2022

Eurovinum - Da Fondevina a Solighetto, per i percorsi di Borghi d'Europa

 La rete internazionale Borghi d'Europa promuove il Percorso Internazionale Eurovinum,Il Paesaggio della Vite e del Vino, all'interno del progetto L'Europa delle scienze e della cultura

patrocinato dalla IAI (Iniziativa Adriatico Jonica, Forum Intergovernativo per la cooperazione regionale nella Regione Adriatico Jonica).


I giornalisti e i comunicatori della rete si sono così ricordati di un'azienda di Solighetto, che,

proprio in questi tempi, ha conosciuto una importante rinascita, mettendo insieme la storia enoica della famiglia Lorenzon alla visione d'impresa di una holding nel settore dei terreni ( Zanettin) e la vivacità di una produttrice di miele di Valdobbiadene, l'avvocato Francesca De Stefani.

Ecco come nasce il racconto di Fondevina ( con il riferimento ad un toponimo del territorio).


La visita di Bruno Sganga, giornalista ed enogastronomo, già coordinatore delle iniziative editoriali di Luigi Veronelli e animatore della rete dei Borghi De.Co., è arrivata a suggellare un impegno preciso, che parla il linguaggio delle genuinità, di vini che nascono in vigna, di attenzione all'ambiente e alla sua sostenibilità.

                                                    Bruno Sganga


“Siamo viticoltori sin dal 1890, e questo ci colloca fra le tradizioni più antiche della zona. Testimonianze attestano la presenza della famiglia Lorenzon nella borgata del Valotai di Refrontolo sin dalla seconda metà del XIX secolo. I vigneti coltivati sono ancora gli stessi, e alcuni ceppi sono vecchi più di un secolo, testimoni silenziosi di una storia di cui andiamo fieri.”


La degustazione dell'extra dry e del brut di casa, non ha lasciato dubbi.

“ Occorre imboccare una strada fatta di non banale pubblicità, ma di incontro con il mondo dell'informazione, proponendo contenuti culturali e storici, capaci di suggerire il percorso virtuoso

che Fondevita intende realizzare – osserva Renzo Lupatin,Presidente di Borghi d'Europa.”



Così anche la nuova linea grafica dell'azienda verrà opportunamente valorizzata .


Le iniziative di informazione che Borghi d'Europa propone in questi mesi primaverili sembrano

'pensate' per questo obiettivi : Qualità Vo Cercando,Gente & Borghi di qua e di là del Piave, chiuderà il proprio itinerario a Fondevina.


Per il quinto anno consecutivo la rete di informazione Borghi d'Europa propone infatti nel mese di maggio un viaggio nelle Terre della Piave, nel quadro del progetto L'Europa delle scienze e della cultura.

Qualità Vo' Cercando, Gente & Borghi lungo le rive della Piave è il titolo del viaggio, che comprende visite a luoghi del desiderio,con interviste,incontri di informazione, degustazioni, seguite dalla redazione multimediale di Borghi d'Europa

Giornalisti,Comunicatori,Uomini di cultura, Imprenditori della filiera agroalimentare,rappresentanti

di associazioni e istituzioni locali si incontrano fuori dagli schemi ufficiali, attorno a tavoli in campagna, lungo le rive del fiume sacro alla Patria.


Insomma, un incontro a Fondevina, un incontro a filò.




“I filò, sono una veglia che i contadini, durante le lunghe serate invernali, facevano nelle stalle per ripararsi dal freddo ed erano fatti di tanta cultura popolare. A tener loro compagnia c’erano i contafole, personaggi mitici, quasi tutti analfabeti, che con i loro racconti, ricchi di riferimenti con la realtà circostante, mantenevano viva la forza espressiva del dialetto e ne tramandavano la tradizione orale. A volte le persone radunate nella stalla partecipavano al racconto, interpretando i ruoli dei vari personaggi e imitandone anche la voce in un’atmosfera quasi teatrale. Durante la recitazione le donne ricamavano o lavoravano a calza, mentre gli uomini accudivano agli attrezzi del lavoro quotidiano. Ma il filò era anche il luogo della “ciacola” e dei giochi («se godevino co gnente...»), il luogo in cui si raccontavano i proverbi, gli indovinelli, le filastrocche (famose le ninnananne), il luogo in cui si cantavano i canti rituali legati alle stagioni ed agli eventi importanti della vita dell’uomo (ad esempio il corteggiamento, le nozze, ecc.). Al filò si davano appuntamento i fidanzati e nascevano amori.”


Così va bene !!

venerdì 22 aprile 2022

Qualità Vo Cercando - Alla Caffetteria Goppion di Vittorio Veneto : i prodotti del Salumificio Da Pian e i vini dell'azienda agricola Maion di Prepotto

  Il secondo appuntamento di Qualità Vo Cercando alla Caffetteria Goppion di Vittorio Veneto, nel quadro del progetto L'Europa delle scienze e della cultura (Patrocinio IAI-Iniziativa adriatico Jonica), ha avuto come tema il Percorso de La Via dei Norcini.


Protagonisti i prodotti del Salumificio Da Pian di Silea, che Riccardo e la sua famiglia hanno presentato nel corso di un incontro, né pranzo veloce né pranzo, ma autentico filò di storie inedite.




“Oggi- commentano Maura e Luciano-, siamo alla quarta generazione, siamo sempre al centro della marca trevigiana, terra ricca di tradizioni, legate al mondo naturale di vivere in campagna. Il valore centrale dell’azienda rimane per noi il rispetto delle tradizione, anche se con l’uso di metodi moderni. Le nostre tecniche di produzione sono in continuo aggiornamento e la qualità è tracciabile in ogni fase della produzione. Questa è garantita dalla scelta di allevamenti selezionati nel nostro territorio e lavorati secondo le ricette tipiche. Controlliamo tutta la filiera produttiva, dalla lavorazione iniziale della carne. “


Il manzo cotto del Salumificio Da Pian è stato accompagnato da un ottimo merlot dell'azienda agricola Maion di Prepotto.

“Abbiamo iniziato la nostra storia di viticoltori nell'ormai lontano 1876, quando i Durì residenti a Prepotto iniziarono a piantare le loro prime piante di vite, andando avanti di padre in figlio con il passare degli anni. Lorella Maion è subentrata nel 1989 ed incrementa gradualmente la superficie vitata sino agli attuali 5 ettari. I nostri vigneti sono adagiati sulle soleggiate colline che circondano Prepotto, nei Colli Orientali del Friuli, terre marnose ed arenarie, ideali per la produzione di eccellenti vini.Ad oggi, molte delle lavorazioni vengono eseguite usando metodi tradizionali per garantire la bontà di cui noi andiamo fieri:

Nel pieno rispetto della natura, le uve sono vendemmiate a mano e giungono in cantina ove l'utilizzo di tini in legno per le fermentazioni dei rossi e le botti di rovere per il loro affinamento contribuiscono a dare ai vini ottenuti una tipica impronta di friulanità. L'azienda aderisce all'Associazione Produttori Schioppettino di Prepotto, vino autoctono, prodotto di nicchia locale.”




domenica 3 aprile 2022

Il Buon Paese - Qualità Vo' Cercando: gli anteprima d'informazione alla Caffetteria Goppion di Vittorio Veneto

 





Per il quinto anno consecutivo la rete di informazione Borghi d'Europa propone nel mese di maggio un viaggio nelle Terre della Sinistra Piave, nel quadro del progetto L'Europa delle scienze e della cultura (Patrocinio Iai-Iniziativa Adriatico Jonica, Forum intergovernativo per la cooperazione regionale nella regione adriatico jonica).

Qualità Vo' Cercando, Gente & Borghi lungo le rive della Piave è il titolo del viaggio, che comprende visite a luoghi del desiderio,con interviste,incontri di informazione, degustazioni, seguite dalla redazione multimediale di Borghi d'Europa .

A Vittorio Veneto, presso la Caffetteria Goppion, in via Leonardo da Vinci, si tengono quattro anteprima di informazione, “ Nè Pranzi veloci Nè Pranzi', per presentare i temi di Qualità Vo Cercando 2022.

Il primo propone la Malvasia della Croazia, il vino col fondo di Angelo Rebuli, le fantasie fuorischema nel settore snack di Riccardo e del suo team, i Caffè di un altro pianeta.

“ Un modo diverso – commenta Renzo Lupatin,presidente di Borghi d'Europa- , per raccontare il territorio e le sue storie.”




La Bottega dei Ricordi


Vittorio Veneto, Borgo del Gusto

Vitorio Veneto o, più semplicemente, Vittorio in veneto, è un comune italiano della provincia di Treviso in Veneto. Vi si combatté l'omonima battaglia durante la prima guerra mondiale; la vittoria dell'esercito italiano su quello austro-ungarico ebbe come conseguenza la resa austriaca e la fine della guerra.

La città è composta da quelli che un tempo furono due comuni distinti: Ceneda e Serravalle. È inoltre sede della diocesi di Vittorio Veneto.



Il territorio, il più vasto della provincia, è caratterizzato dalla presenza di rilievi collinari e montuosi, trovandosi a ridosso delle prealpi che lo separano dalla Valbelluna e dall'Alpago.

Oltre al centro di Vittorio Veneto, diviso tra Ceneda e Serravalle, sono presenti altri quartieri e sobborghi quali San Giacomo di Veglia, Costa e Salsa. Si contano inoltre numerose frazioni e località sparse sulle pendici dei monti o nella Val Lapisina, ossia la vallata che, inserendosi tra le prealpi, mette in comunicazione la Marca Trevigiana con la provincia di Belluno attraverso la Sella di Fadalto (è attraversata dalla SS51 e dalla A27). Lungo questa valle si trovano il Lago Morto, uno dei più estesi della provincia, e i più modesti lago del Restello e lago di Negrisiola, entrambi di origine artificiale. L'altitudine minima di Vittorio Veneto è di 89 m s.l.m., mentre la massima è di 1.763 m s.l.m. (in corrispondenza alla cima del Col Visentin). Il municipio si trova a 138 m s.l.m.

Viste le caratteristiche fisiche, la zona di Vittorio Veneto è ricca di corsi d'acqua a carattere torrentizio, molti dei quali nascono proprio all'interno del territorio comunale. Il principale corso d'acqua è indubbiamente il Meschio, che nasce in località Savassa ed è affluente del Livenza, che attraversa il capoluogo. Sono da ricordare inoltre il Cervada, affluente del Monticano, ed il Sora, affluente del Meschio stesso.


STORIA


Vittorio Veneto nacque il 27 settembre 1866 con l'unione dei preesistenti comuni di Ceneda e Serravalle. Assunse il nome di "Vittorio" il 22 novembre 1866 in omaggio a Vittorio Emanuele II, primo re d'Italia. L'appellativo "Veneto" era usato abitualmente soprattutto dopo la battaglia e venne ufficializzato, assieme al conferimento del titolo di città, con RD 22 luglio 1923 n. 1765.

A partire dalla fine dell'Ottocento, vennero creati dei nuovi quartieri attorno alla strada che collegava le due cittadine, l'attuale Viale della Vittoria, di modo che l'unione fosse anche fisica, e lo stesso municipio fu collocato a metà strada. Tuttavia la città continua ancora oggi a dimostrare una certa bipolarità, e in effetti Ceneda e Serravalle, nonostante la vicinanza, hanno identità storiche ben distinte.

Vittorio Veneto è la città italiana che fu protagonista sul fronte italo-austriaco della omonima battaglia che pose fine alle ostilità tra i due paesi sul finire della prima guerra mondiale.


Ceneda

Di probabili origini celtiche, in epoca romana ospitò forse un vicus fortificato legato al municipium di Oderzo. Crebbe d'importanza durante l'alto medioevo, divenendo sede di un ducato longobardo e di una diocesi. I vescovi locali ebbero inoltre il titolo di conti che mantennero anche dopo l'assoggettamento alla Serenissima. In età moderna il suo sviluppo fu ostacolato dall'accrescersi di Serravalle, mantenendo le caratteristiche di piccolo borgo ad economia agricola raccolto attorno alla piazza della cattedrale.


Serravalle

Sorta attorno a un fortilizio di probabili origini romane, fu un centro di secondaria importanza finché, sul finire dell'XI secolo, divenne feudo dei Caminesi. Cominciò per Serravalle un periodo di costante sviluppo economico e urbanistico che fu continuato anche quando passò a Venezia, divenendo sede di una podesteria,


martedì 1 febbraio 2022

Eurovinum : Azienda Agricola Moro Sergio – Farra di Soligo (TV) Il “colfondo” delle Colline Trevigiane

 






In via Crede a Farra di Soligo (TV), tra le colline di Conegliano e Valdobbiadene, in un incantevole e scenico paesaggio, inserito dal 2019 tra i Patrimoni Mondiali dell’UNESCO, Sergio Moro e il figlio Erik gestiscono l’azienda di famiglia di circa 3,5 ettari. Nelle vigne, le piante di Glera - un vitigno a bacca bianca storicamente presente nel territorio Trevigiano - poggiano su terreni calcareo argillosi con marne e arenarie, particolarmente adatti per la coltivazione della vite.

La storia dell’Azienda Agricola Moro, come mi racconta Erik, è strettamente legata a quella del luogo. Nel 1972 la famiglia acquista i terreni, già lavorati in mezzadria dal nonno Domenico, e nasce l’Azienda Agricola Moro Fratelli. Nel 1992, in seguito alla divisione della proprietà, nasce l’attuale realtà produttiva. Un progetto agricolo che, grazie anche all’esperienza acquisita negli anni, ha aumentato il livello qualitativo dei vini, privilegiando l’imbottigliamento alla vendita del prodotto sfuso. Un ulteriore miglioramento al livello qualitativo dell’intera produzione è avvenuto, nell’anno 2010 con la costruzione della nuova cantina.

Erik è un giovane vignaiolo preparato e motivato, attento alla sperimentazione e all’innovazione; un percorso di ricerca, il suo, con lo scopo di valorizzare le potenzialità espressive delle uve. Essere nato in una famiglia contadina dove il lavoro ruota attorno alla terra, il legame con l’ambiente e l’amore per il mondo del vino lo hanno portato a scegliere il percorso di studi di perito agrario specializzato in viticoltura ed enologia per continuare la tradizione di famiglia prendendosi cura, con il padre Sergio, dell’intero processo produttivo, dalle lavorazioni in vigna sino alle fasi della vinificazione.


In vigna la coltivazione segue le regole dell’agricoltura convenzionale con particolare attenzione per l’ambiente. Tra i filari di varietà Glera sono presenti alcuni vecchi ceppi risalenti agli anni ’70 e ‘ 80, che producono meno grappoli ma donano un’uva più concentrata. Il sistema di allevamento è a cappuccina modificato; la potatura manuale e la piegatura dei tralci vengono effettuate in funzione delle fasi lunari.

In cantina le uve, lavorate in purezza, sono trattate nel rispetto della materia prima per garantire al consumatore dei vini che sono il frutto di un lavoro che custodisce la peculiarità di un’area produttiva di pregio dove il vitigno prosecco, o glera come ora viene chiamato, trova la sua massima espressione. Una prassi artigianale ed una filosofia produttiva che integra le conoscenze e i saperi con il rispetto per la natura e la valorizzazione del vitigno. La produzione annua aziendale è di circa 20.000 bottiglie.

La gamma dei vini rappresenta la produzione dell’area Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG. Le diverse tipologie di Glera nelle versioni: Prosecco Spumante Extra Dry DOCG, Spumante Brut “Prà Alt”, Prosecco Tranquillo “Beato”, Prosecco Frizzante “Bel Veder”, Prosecco Frizzante DOC sono completate dai vini colfondo, da uve glera raccolte a mano, il Cum Vitae - affinato a contatto con legno vergine - e il Batistàra – Colli Trevigiani IGT Colfondo.

Il frizzante colfondo Batistàra, soprannome con il quale era conosciuta la Famiglia Moro, fa parte del progetto ”Colfondo Agricolo”. Un progetto nato dalla volontà di quattordici vignaioli per salvaguardare e valorizzare i rifermentati in bottiglia, conosciuti anche come vini col fondo, sur lie o sui lieviti. Il prosecco colfondo è il frizzante della tradizione rurale delle colline di Valdobbiadene, Conegliano ed Asolo. I lieviti contenuti nella bottiglia, con i primi tepori primaverili riprendono la fermentazione e, una volta terminata la loro azione, si depositano sul fondo della bottiglia; il vino risulta frizzante, secco e longevo.

Una fascetta di colore diverso per ogni annata differenzia le bottiglie rigorosamente chiuse con tappo a corona. Ogni bottiglia, che deriva da uve selezionate dei Colli Trevigiani, è l’autentica interpretazione di ciascun produttore e trasmette la peculiarità del terroir e dell’annata da cui proviene. “Un vino lento, rispettoso del tempo e dei tempi”, che mantiene la tipica fragranza e freschezza di questa tipologia di vino. “Non una bevanda, ma la sublimazione di una vita, quella del vignaiolo”, come testimoniano i vignaioli come Erik, che aderiscono al progetto Colfondo Agricolo.

L’Azienda Agricola Moro Sergio appartiene alla FIVI - Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti. L’organizzazione rappresenta e promuove i vignaioli che seguono direttamente tutta la filiera produttiva, dalla coltivazione della vigna, alla trasformazione dell’uva in vino, fino all’imbottigliamento ed alla vendita. Un’agricoltura che parte dalla terra, l’espressione di un fare artigianale e non standardizzato di coltivare la vite e vinificare le uve.

Una visita alla Cantina Moro Sergio, come sottolinea Erik, permette agli addetti ai lavori, agli appassionati e ai consumatori di degustare e scoprire i vini della cantina per comprendere l’intero percorso di produzione. Le visite in azienda consentono agli appassionati di ascoltare dalle parole del produttore il racconto del vino nato dal territorio e di scoprire la relazione tra luogo di origine, vitigno e mano dell’uomo. Conoscere l’intera filiera produttiva è garanzia di trasparenza e di qualità per i degustatori che apprezzano una viticoltura sempre più sensibile al mantenimento ed alla conservazione dell’ambiente.






Antonella Pianca





In degustazione:



Batistàra 2019 - Colli Trevigiani IGT – Frizzante Colfondo - alc. 10,5% vol.

Giallo paglierino con una piacevole e persistente effervescenza. All’olfatto, una sottile nota fragrante di lievito si accompagna a freschi profumi floreali e fruttati di pesca bianca, mela, pera, agrumi, con cenni minerali. Il sorso è fresco, tonico dal finale sapido.



Cum Vitae - Col Fondo Vino Frizzante - alc. 11% vol.

Giallo paglierino; il corredo olfattivo si apre con profumi di lievito e crosta di pane, aromi di frutta bianca matura ed erbe officinali. Palato dal gusto pieno sostenuto da freschezza e sapidità minerale. Il vino verrà chiamato Crede per menzionare i terreni argillosi dell’azienda che poggiano sulla roccia madre.



Vini freschi con una fine bollicina ed un variegato corredo aromatico, una tipologia artigianale sempre più apprezzata. Una beva gustosa ed appagante che ben si accompagna a pane e soppressa, “l’insaccato più prestigioso della Marca Trevigiana”, oppure da gustare in abbinamento ai tagliolini ai fiori di zucca.