venerdì 13 novembre 2020

I Percorsi della Fede : la via di San Martino di Borghi d'Europa

 


I giornalisti e i comunicatori di Borghi d'Europa hanno scelto in questi giorni le 'tappe' dei

Percorsi della Fede, che riguardano la Via di San Martino.

I sei Paesi Europei coinvolti oltre all'Italia sono la Slovenia,la Croazia,l'Ungheria, la

Svizzera, l'Austria e la Francia.

Si parte dall'Ungheria, da dove il Santo nacque, da Sabaria Sicca (odierna Szombathely ), in un 

avamposto dell'impero romano alle frontiere con la Pannonia

Si passa poi alla Croazia, alla Chiesa di San Martino di Momiano (Buje),borgo  conosciuto anche 

per il vino moscato.

La Slovenia offre al percorso la gemma del borgo di Smartno, che, un tempo comune autonomo,

comprendeva anche San Floriano del Collio.

In collaborazione con l'Istituto per la cultura slovena di San Pietro al Natisone, viene percorso

l'itinerario delle 44 Chiesette (fra le quali la Chiesetta di San Martino in Val Cosizza).

A San Floriano del Collio raccontiamo la storia di San Martino in Cantina, grazie all'impegno

culturale dell'azienda agricola Alessio Komjank.

In Veneto vi è la tradizione del Dolce di San Martino : ce la racconta la Pasticceria Ore Liete

di Scorzè, assieme alla storia di Rio San Martino.

Voliamo poi in Valtellina, in Valmasino, per la storia del borgo di San Martino e a Morbegno,

nella Bassa Valle.

La Val Bregaglia (Svizzera) ci narra la storia della Chiesa Riformata di San Martino a Bondo,

mentre Candes-S.Martin in Francia è il luogo ove in Santo morì.

Questo Percorso nel Percorso è stato presentato con una imponente campagna multimediale

di oltre 100 servizi informativi nella settimana che ricorda il Santo. 


martedì 10 novembre 2020

Rio San Martino (Scorzè) : terra del radicchio rosso e del dolce di San Martino

 


 



Nell'aprile del 2019 la rete Borghi d'Europa presentò nella sede di Milano del Parlamento Europeo il progetto dei Percorsi Internazionali. Fra questi, i Percorsi della Fede.

Nel 2020 riprende il viaggio dei Percorsi della Fede, proprio nell'anno in cui la Slovenia ha assunto la Presidenza di turno della IAI-Iniziativa Adriatico Jonica ( fino a maggio 2021).

Sempre nel 2020, all'interno dell'itinerario del progetto 'L'Europa della scienza e della cultura' (patrocinato dalla IAI-Iniziativa Adriatico Jonica, Forum Intergovernativo per la cooperazione regionale nella regione adriatico jonica), ha preso forma il Percorso della Via di San Martino.


Una delle tappe di Borghi d'Europa per la Via di San Martino, è Rio San Martino, nel comune di Scorzè (Ve).

Rio San Martino è la frazione situata a nord del centro di Scorzé, ai confini con le provincie di Treviso e di Padova e conta circa 2100 abitanti.

Paese di antica vocazione agricola, viene indicato nelle prime mappe del 1100 con il nome di 'Rivulus Sancti Martini', dove il termine rivulus è un chiaro riferimento alla ricchezza di acque risorgive che allora come adesso caratterizzano questa zona. Il patrono è ovviamente San Martino, santo particolarmente caro dagli agricoltori la cui festa (11 novembre) coincide con la fine della stagione agricola. Dal 1981 la tradizionale sagra del patrono è interamente dedicata al radicchio rosso di Treviso, prodotto per eccellenza del suo territorio.


La sua storia condivide l'anonimato degli umili. Sappiamo che il suo centro sorge all'incrocio perfetto di un cardo e di un decumano della centuriazione romana; che all'interno del suo territorio si registrano due località che un tempo godevano di una maggiore autonomia e considerazione fiscale e forse civile, e che nei loro nomi storici, Gallese e Sermazza (l'attuale Capitellon), si tramanda con ogni probabilità il ricordo di presenze ed insediamenti barbarici; che vi fu una imponente villa patrizia veneziana, Villa Corniani, distrutta il 15 marzo 1901 dalle vampe di un fortuito incendio; sappiamo, infine, della resistenza di alcuni manufatti secolari, rinascimentali (alcuni capitelli, la chiesa, forse alcune case rurali).


La chiesa di Rio San Martino


Le prime notizie storiche del paese risalgono a dopo il mille. Nel 1152 l'attuale frazione di Scorzé viene nominata nella bolla papale di Papa Eugenio III, come dipendente dalla pieve matrice di Zero che comprendeva “Sanbughé, Rio San Martino e Santo Alberto le quali nel sabato santo venerano la loro veneranda madre”.


Il 20 aprile 1512 viene consacrata la chiesa, dedicata appunto a S. Martino, vescovo di Tours. Pochi anni dopo, nel 1560, D. Vettor da Pozzo risulta Rettore della chiesa di Rio San Martino, segno che la parrocchiale si era resa indipendente dalla matrice di Zero Branco. Al suo interno numerose opere di pregio, fra le quali una pala di Sante Peranda raffigurante San Martino e il povero, risalente al 1585 e recentemente restaurata. Restauro della pala (Il Rivolo).


Gli affreschi



Nell'autunno del 1811 la comunità di Rio San Martino commissiona a Giovanni Carlo Bevilacqua, il più noto pittore veneziano dell'epoca la decorazione ad affresco del grande soffitto della navata. Qui è raffigurata l”Apoteosi di San Martino”, un grande affrsco in policromia, e un altro affresco circolare e monocromo, sopra la porta d'ingresso, con soggetto “Davide che suona l'arpa dinanzi a Saul”.

Nel 1818 Bevilacqua dipinge per la chiesa altre opere oggi perdute, “La Madonna del Rosario tra San Vincenzo e San Domenico” (olio su tela) e gli affreschi “La Fede, la Speranza e la Carità” e “Il sacrificio di Abramo” che si trovavano nel soffitto e nella parete di fondo dell'allora presbiterio, irrimediabilmente distrutto nel 1958 per il prolungamento della chiesa.

Infine, ricordiamo che, fra il 1950 e il „52 il pittore prof. Soligo ha eseguito gli affreschi del presbiterio (Santi trevigiani nel catino absidale e l'Assunta nel transetto). Leggi tutto (Il Rivolo).


Villa Corniani


Un accenno infine alla grande villa Corniani, distrutta da un incendio nel 1901, che sorgeva a nordest della chiesa.

I Fedeli-Corniani, famiglia veneziana di primissimo piano, avevano fin dal XVI secolo dei possedimenti a Sant'Alberto (comune di Zero Branco), Monfumo, Carmignano di Brenta, in Istria, e naturalmente a Rio San Martino. Dagli archivi parrocchiali risulta che nel 1631 nacque e fu battezzato in paese Gio. Giacomo Corniani, che fu poi importante diplomatico della Repubblica di Venezia.

Non sappiamo quando fu costruita la villa e non vi sono raffigurazioni del suo aspetto, ma nelle mappe catastali del 1841 è ben riconoscibile il corpo principale con il grande giardino all'italiana e l'oratorio; possiamo ipotizzare che il suo aspetto fosse simile alla villa che i Corniani costruirono a Monfumo (Treviso) all'inizio del XVIII secolo. 

 

venerdì 6 novembre 2020

La Via di San Martino nei Percorsi Internazionali di Borghi d'Europa

 


 


Nell'aprile del 2019 la rete Borghi d'Europa presentò nella sede di Milano del Parlamento Europeoil progetto dei Percorsi Internazionali. Fra questi, i Percorsi della Fede.

Nel 2020, all'interno dell'itinerario del progetto 'L'Europa della scienza e della cultura' (patrocinato dalla IAI-Iniziativa Adriatico Jonica, Forum Intergovernativo per la cooperazione regionale nella regione adriatico jonica), ha preso forma il Percorso della Via di S.Martino.

San Martino di Tours è uno dei santi cristiani più noti e riconoscibili e viene venerato dal IV secolo. Era il vescovo di Tours, e il suo santuario in Gallia/Francia era la meta di un pellegrinaggio importante nell’alto medioevo quanto quello a Roma, prima di diventare un famoso punto di sosta per i pellegrini diretti verso Compostela. Per tutta la sua vita il santo ha sempre viaggiato in Europa, lasciando un’impronta significativa nella nostra memoria collettiva.

La Via Sancti Martini collega varie città europee importanti per la vita di San Martino e altre caratterizzate dal patrimonio architettonico legato al suo culto, con migliaia di monumenti dedicati al santo, ivi comprese quattordici cattedrali! Questi siti vantano anche un patrimonio immateriale che sopravvive sotto forma di leggende, tradizioni e folklore.

Il viaggiatore può seguire gli itinerari collegati a episodi della vita del santo, al suo culto o al folklore. Questa varietà di itinerari, che copre oltre 5000 km attraverso tutta l’Europa, è nota con il nome di Via Sancti Martini. Da segnalare, in particolare: 1) l’itinerario che collega Szombathely (Ungheria), luogo di nascita del Santo, a Tours (Francia), dove si trova la sua tomba, tramite Pavia (Italia), luogo della sua infanzia e 2) l’itinerario che collega Tours, dove è stato vescovo, con Worms (Germania), dove lasciò l’esercito Romano e Treviri (Germania), dove incontrò l’imperatore romano. Tuttavia, questo itinerario è collegato anche a molteplici siti culturali di grande interesse, lungo una via che attraversa l’Austria e la Slovacchia, fino ad arrivare a Szombathely. Altri itinerari portano a Utrecht in Olanda o Saragozza in Spagna. Nel complesso, gli itinerari di San Martino coprono più di 10 paesi europei!

Borghi d'Europa ha scelto alcune 'tappe' lungo la Via di San Martino : Momiano d'Istria (comune di Buje,Croazia), con la sua Chiesa e il vino moscato; il borgo di Smartno (comune di Brda,Slovenia);

San Floriano del Collio (Gorizia) ; Rio San Martino (Scorzè, nel veneziano); la Val Bregaglia (Grigioni,

Svizzera), con la Chiesa Riformata di San Martino a Bondo ; Val Masino (Valtellina).

Szombathely (pronuncia ungherese [ˈsombɒthɛj]) (in latino: Savaria o Sabaria o Sabatia; in tedesco: Steinamanger; in croato Sambotel; in slovacco Kamenec; in serbo Sombathelj oppure Coмбатхељ) è la città più antica dell'Ungheria, capoluogo della provincia di Vas.

La città si trova nella zona geografica dell'Alpokalja, a metà strada fra i Monti Kőszeg e il fiume Rába, è attraversata dai fiumi Perint e Gyöngyös, che confluiscono appunto nella Rába pochi chilometri a sud-ovest della città. Dista meno di 100 km dal lago Balaton e circa 10 chilometri dal confine austriaco.

La città fu un centro di accoglienza e propagazione del Cristianesimo, diede anche i natali a San Martino di Tours nel 316.

TIPICITA’ CALABRESI: IL SALUMIFICIO SAN GIACOMO NELLA SILA PICCOLA

 



 

Milano, 5 Novembre 2020- L’Italia del Gusto, attiva come sempre, ha recentemente provato i panini gourmet d’alta qualità di Sbunda, piccola realtà calabrese in centro a Milano, dove ogni singolo prodotto è made in Calabria al 100%.

Tipicità davvero strepitose che sono un piacere per il palato e richiamano una forte tradizione: tra queste c’è indubbiamente il Salumificio San Giacomo, sito nel paesino di Cicala nel Catanzarese, ai piedi della Sila Piccola, che produce dagli anni ’60 salumi artigianali come la celebre nduja, la spianata, il capocollo, la pancetta tesa, il guanciale e la salsiccia stagionata.

Uno dei punti vincenti di questi splendidi prodotti, che sono venduti online, in azienda e all’estero e che si possono trovare tra gli ingredienti per comporre il panino gourmet da Sbunda, è che vengono conservati in modo assolutamente naturale, usando solamente sale e pepe per dare un po’ di sprint in termini di gusto ai salumi e poi l’affumicatura naturale, che avviene con legno di faggio proveniente dai boschi della Sila Piccola in una cella di affumicatura, ingrandita ed ammodernata ad hoc nel 2018.

Il Salumificio San Giacomo opera quindi in piena sinergia con l’ambiente locale, con l’obiettivo semplice e vincente di proporre prodotti dal gusto calabrese autentico, ed è per questo che l’Italia del Gusto ha deciso di comunicarli attraverso i propri progetti d’informazione mirati.

 

martedì 3 novembre 2020

L'Istituto per la cultura slovena nel progetto L'Europa delle scienze e della cultura, con l'intervento a Trieste ad ESOF2020

 



L'intervento di Eva Golles è stato preciso e puntuale.

L’Istituto per la cultura slovena_Inštitut za slovensko kulturo,è stato costituito nel 2006 con l’intento di coordinare e affrontare con maggiore efficacia ed incisività la questione della conoscenza e del consolidamento della lingua e cultura slovena lungo la fascia confinaria e nel contempo della sua promozione nell’area friulana e italiana. Copre,con la sua attività, tutto il territorio della fascia confinaria con la Slovenia dove sono tradizionalmente presenti gli Sloveni, dalla Val Canale e Resia alle Valli del Torre e del Natisone collaborando con circoli ed associazioni che da molti decenni animano la vita sociale del territorio. Mi SMO TU, tuka izde, kle, tleè lo slogan nato per far riconoscere la comunità slovena della Provincia di Udine, infatti evidenziando le risorse culturali dell’area in cui vivono gli sloveni della provincia di Udine si sono mossi alcuni passi per creare un prodotto unico e riconoscibile sul territorio e al tempo stesso distinto per ogni valle, promuovendo e valorizzando il patrimonio storico e culturale esistente sul territorio anche tramite una rete museale, aprendo degli info point, pubblicando sul web e stampando materiale promozionale, partecipando a fiere e manifestazioni, collaborando con associazioni ed enti e promuovendo azioni, come il collegamento transfrontaliero con l’autobus Benečija gor in dolche si svolgera’ anche quest’anno nei fine settimana estivi. La sede operativa comprende anche gli spazi dove si trova il museo multimediale SMO che accoglie anche l’ufficio IAT, aperto in collaborazione con la Pro loco Nediške dolin “

L'evolversi del progetto fino a dicembre 2021, conoscerà anche la valorizzazione dei Percorsi

Internazionali che Borghi d'Europa ha proposto fin dal 2019, nella sede di Milano del ParlamentoEuropeo. Fra questi i Percorsi della Fede che faranno conoscere l'itinerario delle 44 Chiesette Votive delle Valli del Natisone. Il cammino si compone di 10 tappe che attraversano 9 Comuni: Cividale, Prepotto, San Pietro al Natisone, Pulfero, Savogna, San Leonardo, Stregna, Grimacco e Drenchia.



La Via di San Martino è uno degli itinerari che Borghi d'Europa riprende nei suoi Percorsi Internazionali.

Fra le 44 Chiesette Votive delle Valli del Natisone vi è la Chiesa di San Martino Vescovo a Canalaz di Liessa. Le prime notizie storiche sulla presenza di una chiesetta sulla cima del Monte San Martino risalgono addirittura al 1299: non vi stupirà, quando andrete lassù, contemplando la straordinaria bellezza panoramica di quel luogo. Ciò ne ha fatto sempre un punto di riferimento non solo spirituale, ma anche militare (nel 1848, per esempio, fu quartier generale per 700 soldati austriaci accampati nei suoi pressi durante la guerra d’indipendenza!). Il piccolo edificio sacro non ha molto da mostrare sotto il profilo artistico, a parte il fascino delle sue sobrie linee architettoniche. Della quattrocentesca statua di San Martino non rimane che una nicchia vuota.